domenica 13 gennaio 2008

METALLICA


Provenienza:USA Data di Fondazione: 1981 Genere: Heavy Metal / Thrash Influenze più forti:Black sabbath, Motorhead, Bands dell'underground rock anni '80 Album più rappresentativo: Muster of Puppets Canzoni più famose: Master of Puppets / Nothing else matters / Enter sandman Official Site: www.metallica.com
Componenti attuali:
James Hetfield (vocal, guitar)
Kirk Hammett (guitar)
Lars Ulrich (drums)

ex-componenti:
Lloyd Grant - guitar (1981)
Ron McGovney - bass (1981 - 1982)
Dave Mustaine - guitar (1981 - 1983)
Cliff Burton (R.I.P.) - bass (1982 - 1986)
Jason Newsted - bass (1986 - 1999)


Discografia: 1983 - Kill 'em All
Studio album1984 - Ride The Lightning
Studio album1986 - Master of Puppets
Studio album1988 - ... And Justice for All
Studio album1991 - Metallica
Studio album1996 - Load
Studio album1997 - Reload
Studio album1998 - Garage, inc.
Raccolta1999 - S&M
Studio album2003 - St. Anger
Studio album


Biografia

La storia dei Metallica, band tanto amata quanto odiata(specialmente di recente) da milioni di persone, ma comunque innegabile icona del thrash anni '80 della ''Bay Area'', ha inizio nel 1981, quando il diciottenne Lars Ulrich, trasferitosi in California dalla Danimarca, decide di cercare un gruppo di ''headbangers'' come lui, mettendo un annuncio su un giornale. Il primo a rispondere fu il cantante/chitarrista James Hetfield, musicista autodidatta sulla scia di Scorpions e UFO. L'altro chitarrista era Lloyd grant, amico di Ulrich, ma fu una meteora presto rimpiazzata dall' allora sconosciuto Dave Mustaine. Infine c'era il bassista Ron McGovney, anche lui presto sostituito dall'indimenticato Cliff Burton. Con queste due "sostituzioni" il gruppo incise alcuni pezzi, quali Hit the lights e Mechanix, una versione "sporca" di Four horsemen, presente tra l'altro nell'album d'esordio della band che di lì a poco Mustaine avrebbe formato, dopo essere stato allontanato dai Metallica per abuso di alcool:i Megadeth.
Con questi pezzi e molte covers, alcune delle quali spacciate per proprie canzoni, i Metallica cominciarono ad essere notati nelle loro performance live nei clubs della California, facendo inoltre parte delle bands presenti sulla compilation indipendente "metal massacre".
Poi, nel 1983, uscì finalmente l'album d'esordio: Kill 'em all. Un album dalle sonorità prettamente thrash, ma non comunque privo di una certa maturità compositiva, come appare dall'assolo lento di The four horsemen. Ritmi coinvolgenti, assoli violenti ma melodici caratterizzano il lavoro; l'unico punto debole dell'album(ma non secondo tutti)è forse la voce di Hetfield, ancora un po' inesperto e leggermente gracchiante a momenti. Non è da dimenticare che in questo album è presente una canzone che è probabilmente l' emblema dei Metallica, Seek and destroy.
Ma lo stesso Hetfield si rende presto conto dei limiti che l'attenersi rigorosamente al genere thrash impone alla sua band: limiti che ai "quattro cavalieri" stanno stretti, ed ecco che in Ride the lightning, uscito un anno dopo del suo predecessore, compare una canzone(Fade to black) che getta il mondo dei thrashers in tumulto: un lento!!!
A dire il vero non si tratta di un vero e proprio lento, ma di una canzone che parte con suoni puliti e ritmati, per poi crescere in un ritornello con un riff distorto ed aggressivo ma melodico, per poi finire con un assolo a dir poco grandioso. Questa canzone rappresenta un passo avanti rispetto al sound di Kill 'em all, una maggiore maturità musicale che traspare anche dalle altre canzoni, specialmente dalla splendida The call of Ktulu, pezzo strumentale dall'atmosfera fantastica. Le altre canzoni, sebbene più vicine alle sonorità del primo album, sono molto ben articolate, e vi si nota un massiccio uso di armonizzazioni tra le due chitarre, particolare che contraddistinguerà a lungo la produzione dei Metallica.
Così, dopo questo ulteriore passo avanti e dopo innumerevoli concerti in giro per America ed Europa, arriva il 1986, e il capolavoro dei Metallica: Master of puppets.
Un album che in soli otto pezzi riassume le numerose sfaccettature della band: la tecnica nella track title(a mio parere la miglior canzone del gruppo), la cattiveria in Battery e Damage,Inc. , la abilità compositiva in Orion, la sperimentazione in The thing that should not be e in Leper messiah, la melodicità in Welcome home. Semplicemente eccezionale.
Il passo successivo fu la registrazione di un album raccolta delle covers già apparse come B-sides nei singoli dei tre album, Garage days Re-Revisited: un tributo alle bands che hanno "modellato" i gusti del quartetto, come Diamond head, Misfits, Blitzkrieg.
Ma sfortunatamente Cliff Burton non vide mai quel disco pubblicato. Il 27 settembre del 1986, durante uno spostamento notturno nel corso di una tournèe in Svezia, il tour bus uscì di strada, e Cliff morì sul colpo.
Fu un momento di radicale cambiamento nella storia della band: entrò a far parte del gruppo Jason Newsted, già bassista dei Floatsam & Jetsam, e la musica cambiò. In tutti i sensi: l'album che uscirà due anni dopo, ...And justice for all, è un lavoro completamente diverso, dal sound più cupo ma allo stesso tempo innovativo, solo di più difficile comprensione. Da sottolineare la favolosa One, canzone di denuncia alla guerra, la potente Blackened(composta già un anno prima dell'uscita del disco) e la velocissima Dyer's eve, nella quale Hetfield rivive la sua difficile infanzia.
Questo quarto disco, lavoro di ottima qualità, suscitò qualche perplessità tra i fans più accaniti per il cambio di stile che determinò. Ma, chi conosce i Metallica lo sa bene, i cambi di stile sono una ricorrente abitudine della band californiana, ed un'ulteriore conferma fu l'album del 1991, che si intitola proprio Metallica(anche se è da tutti conosciuto come "black album", per il colore della copertina) un disco che segna il passaggio definitivo del gruppo dalle sonorità thrash a quelle hard rock che si sono sviluppate in America negli ultimi anni '80. Black album fu la vera e propria fortuna degli ex-four horsemen, che vendettero milioni di copie in tutto il mondo e fecero un numero enorme di apparizioni live, non solo ai concerti ma anche ai vari awards, dagli Mtv music awards ai Grammies. Questo fenomeno fece da vero e proprio trampolino per la band, che non fu più sconosciuta ai "non metallari", e vennero venduti moltissime copie dei vecchi albums, anche grazie alla diffusione del nuovo formato che si era diffuso in quegli anni: il compact disc, che fece in modo di rendere molto più facilmente reperibili i vecchi lavori.
Parlando del disco, l'addio alle origini non deve influenzare il giudizio: l'album è un'ottima prova della band, che dimostra di avere più ampie vedute che comprendono anche una ballad, la famosissima Nothing else matters, e l'altrettanto affascinante The unforgiven. La nuova tendenza verso i ritmi "rockeggianti" si nota soprattutto nell'opener Enter sandman, azzeccato mix di riffs ritmati e un cantato veramente aggressivo, frutto dello studio canoro di Hetfield iniziato in "...and justice for all". Non mancano i "ritorni di fiamma", come la potente Holier than thou o la violenta Through the never. Un album che solo pochi "fedelissimi" non apprezzano.
Dopo l'uscita del disco, ecco un periodo in cui l'attività dal vivo prende quasi del tutto il posto di quella in studio. Per cinque lunghi anni infatti i fans dei Metallica hanno aspettato un nuovo lavoro dovendosi "accontentare" di un numero enorme di date dal vivo in giro per il mondo(chiamalo accontentarsi... :-D ).
Quando però il nuovo album arriva, i Metallica attraversano un brutto periodo per quanto riguarda i rapporti coi fans: per almeno il 90% di loro, infatti, Load(1996) è stato l'inizio della crisi della band. Le sonorità non hanno più niente a che fare con i vecchi albori, forse in un'esagerazione della volontà di innovarsi. Risultato:un album che meriterebbe la sufficienza se non fosse dei Metallica.
Sound piattino, tranne che in pochi spunti(Bleeding me, Wasting my hate). La "western ballad" Mama said è una bella canzone, ma non si capisce come possa essere stata composta dagli stessi autori di canzoni come Welcome home o Fade to black, dal songwriting neanche paragonabile a quello del quarto(!) singolo di Load.
E dopo questa batosta? La band mostra sicuramente coerenza, perchè nonostante l'insuccesso(più di pubblico che di vendite)del sesto studio album ecco che un anno dopo, nel 1997, si ripresenta sugli scaffali dei negozi con RELoad, un album che già dal titolo ha scoraggiato i fans: non si rivelerà in realtà un vero e proprio sequel del lavoro precedente, ma un disco se non altro gradevole, con una nota di rilievo nella quarta traccia, The unforgiven II, ottimo ritorno alle sonorità del Black album. Le altre canzoni, esclusi al massimo gli altri due singoli The memory remains e Fuel, peccano un po' di monotonia, mancano di uno spunto degno di nota.
Ancora un lavoro in studio, un anno dopo: Garage inc.(1998). Si tratta di un secondo album di covers, in parte di nuova registrazione, in parte di vecchie glorie già apparse in altre uscite discografiche.
Nel primo cd vi sono le nuove covers, dai black sabbath ai mercyful fate, dai misfits a una grandiosa versione di Turn the page, pezzo di Bob Seger del 1973. Il secondo cd è composto da Garage days revisited, sessione di covers del 1984 comparsa come b-side del 45 giri di Creeping death, dal già citato The $ 5.98 E.P. Garage days Re-revisited, dalle B-sides dei singoli dal 1988 al 1991, e da una sessione di covers dei Motorhead denominata Motorheadache '95, pubblicata come b-side del singolo di Hero of the day nel 1996.
L'ultimo lavoro dei Metallica è stato S&M (Symphony and Metallica), performance live in cui i pezzi di maggiore spessore sono stati riproposti con l'ausilio della San Francisco symphonic Orchestra, ma per un giudizio dell'opera vi rimando ad un'eventuale recensione, in quanto la mia posizione in riguardo è un po' troppo "estrema", e non vorrei scrivere impressioni troppo personali.
Errata corrige: l'ultimo lavoro dei Metallica è un singolo, I disappear, che fa parte della colonna sonora del film Mission impossible 2. Una canzone nè bella nè brutta: il sound è quello di RELoad, originalità zero. Sei meno...
Così arriviamo al 1999, anno in cui, dopo un anno di quasi assoluto silenzio(da sottolineare una grande performance live al Gods of metal, alla quale IO, appena sedicenne, ero presente :-D ), la triste notizia dell'abbandono della band da parte di Jason Newsted dopo 11 anni di militanza, abbandono oltretutto ancora privo di motivazioni ufficiali. Altro silenzio durato fino a pochi mesi fa(questa volta TOTALE), fino a quando non si è venuti a sapere che per tre anni James Hetfield ha avuto seri problemi di droga, a quanto pare risolti(speriamo...).
Infine, notizie ufficiose parlano della prossima uscita di un nuovo album, seppur ancora orfani di un bassista (si dice addirittura che per la registrazione dell'album sia il produttore Bob Rock a suonare il basso).
Staremo a vedere, e nel frattempo incrociate le dita , o fans dei Metallica che furono!!

fonte:rockmetal


Foto SlIpKnOt









I KoRn


Il suono funk-metal catartico ed alternativo dei Korn li ha resi uno tra i gruppi più famosi e provocatori dell'era post-grunge. La voce piena di emozione incontrollabile di Jonathan, che si alterna tra il canto sommesso ed armonioso e le urla acute, è alla base di una miscela rivoluzionaria che ha ridefinito l'heavy rock di quest'ultimo decennio.

Agli inizi degli anni Novanta sembrava che la musica heavy metal avesse i giorni contati: il mondo dei rock era dominato da un pop britannico perbenino e da un pop punk ripulito, le poche band metal vecchio stampo sembravano incapaci di adeguarsi. Nel sud della California però si stava muovendo qualcosa: erano emerse nuove band come Ragtyme, LAPD e Creep che ad un nucleo di ritmi violenti ed espressivi univano dei ritmi misteriosi ed urbani e delle chitarre sommesse. I Korn iniziarono la loro attività proprio come LAPD, una band metal di Bakersfield, California comprendente i chitarristi James "Munky" Shaffer e Brian "Head" Welch, il basso Reginald “Fieldy Snuts” Arvizu ed il batterista David Silveria. Dopo aver fatto un album, i componenti degli LAPD conobbero, nel 1993, Jonathan Davis, uno studente di scienze mortuarie che nel tempo libero era il cantante solista della band locale Sexart. Chiesero a Jonathan di unirsi agli LAPD e subito dopo cambiarono il loro nome in Korn. Firmarono un contratto con Epic e alla fine dei 1994 uscì il loro primo album Korn. Grazie ad un programma intenso di tournée, come supporter di Ozzy Osbourne, Megadeth, Marilyn Manson e i 311, l'album ebbe una lenta e graduale ascesa nelle classifiche sino ad arrivare al disco d'oro. Nel 1996 uscì un nuovo album,Life Is Peachy,che ebbe un immediato successo, raggiungendo la posizione numero 3 nelle classifiche. La band poteva ormai contare su più di 2 milioni di fan e innumerevoli imitatori musicali. Nel 1998 fu la volta di Follow The Leader, un prodotto sicuramente ambizioso, ma molto soddisfacente. Un album di più ampio respiro rispetto ai precedenti, e con in più una fantastica copertina firmata da Todd McFarlane (che ha curato anche le parti animate dei video di “Freak on a Leash). “L’unico obiettivo che avevamo ero di fare le cose con calma" dice Jonathan. "Perché sapevo che avevamo la capacità di fare qualcosa di grande. Per poter integrare i due album precedenti e sfornare un disco di cui andare fieri... dovevamo fare qualcosa di grandioso."

"Penso che lavorare con un nuovo produttore ed utilizzare un nuovo studio di registrazione ci ha aiutato a crescere musicalmente," aggiunge il chitarrista Munky. Freak On A Leash è una bomba molotov di chitarre psichedeliche fulminanti, un basso dal suono ipnotico ed una batteria hip-hop, la canzone è divisa in due parti dall'intelligente inserzione di un'improvvisazione vocalica che ricorda Twist, la prima traccia di Life ls Peachy. Children Of The KORN deve il suo titolo al leggendario rapper Ice Cube che ha contribuito alla canzone con una serie di versi che catturano l'attenzione, come pure con un mantra che parla a nome di tutti i giovani americani che non ne possono più:”Stop fuckin' with me! - smettetela di rompermi il cazzo!"). Merita particolare attenzione l'ultima traccia dell'album, l'epica My Gift To You, una delle canzoni più importanti mai fatte dalla band, piena di quella onestà che ha conquistato a Jonathan la fiducia dei ragazzi e che sgomenta i genitori.Tutto ciò va bene ai Korn che amano parlare direttamente a tutte le persone che hanno perso la fiducia in un mondo di opportunità sprecate e violenza grazie alla miopia delle generazioni passate.

"Sì," dice Jonathan, "Sono incavolato perché ho ereditato questo mondo. A volte vorrei aver vissuto nel passato. Ma la società di oggi è così incasinata... dobbiamo ringraziare i genitori per aver fatto tutto ciò ai loro figli."

Follow The Leader dà prova dei miglioramento della voce di Jonathan e della sua accresciuta abilità nello scrivere i testi: si è passati dalla "pura incazzatura" di Korn e Life Is Peachy ad una più ampia gamma di emozioni trasmesse: il rimpianto (It's On), l'empatia Justin), la canzonatura leggera ma incredibilmente sarcastica (All In The Family). E' anche evidente la crescita musicale della band - dalla riuscita integrazione della batteria con campionatori e Drum Machines al suono sempre più vicino alle percussioni del basso di Fieldy. La fusione stilistica delle chitarre di Munky e Head si è fatta perfetta "E' come se fossimo una sola persona” aggiunge Head. "E come se ci fosse un unico chitarrista a pensare. E' strano." Munky aggiunge: "Siamo soddisfatti delle canzoni al 100%. Per quanto mi riguarda ho raggiunto il mio obiettivo."

Mentre lavoravano a Follow The Leader i Korn sono stati anche occupati con il loro programma live su Internet e con la formazione della loro casa discografica Elementree Records. (Orgy è stata la prima band a firmare un contratto con Elementree Records). Avevano anche organizzato un tour per gli Stati Uniti di otto settimane intitolato 'Family Values" (documentato dall'uscita di un album dal vivo), con tra gli altri Ice Cube, Limp Bizkit, Orgy, Rammstein, ma dovettero abbandonare il tour perché a Shaffer venne diagnosticata una meningite di natura virale.

Il 16 novembre 1999 vede l'uscita dei loro album Issues: 14 canzoni tra rock e rap, cornamuse e psichedelie. Il suono dei tamburi e chitarre è affilatissimo. C'è anche un cd bonus con i remix: A.D.I.D.A.S. (Level X Wet Dream Mix), Good God (Headnut Mix), Got The Life (Jeff Abraham Mix), Twist/Chi (Live), Jingle Balls. L’album esce sotto etichetta Elementree, la casa discografica dei Korn, che in appena un anno di vita si è già assicurata artisti come gli Orgy e i Videodrone.

Joey Jordison#1



Il suo nome completo è Nathan Jonas Jordison ed è nato a Des Moines nell'aprile del 1975,è un batterista statunitense ed è il leader degli Slipknot.
Ha fondato il gruppo nel 1992,insieme a Paul Gray,Anders Coselfini e Shawn Crahan. Joey faceva anche il chitarrista nei Murderdolls,sciolti nel 2003.

Storia

Jordison iniziò a suonare la batteria quando ancora andava alle scuole superiori in una scuola jazz insieme al cugino Steve Allan White. Crescendo, Joey rimase affascinato dalla musica dei KISS ed emulava lo stile di Peter Criss, inoltre ebbe la possibilità di vederli dal vivo nel1985, durante il tour di Asylum. Un'altra sua grande ispirazione è Dave Lombardo degli Slayer, la quale influenza lo spinse a suonare in modo più estremo e veloce. Altri batteristi da lui ammirati sono Pete Sandoval (Morbid Angel), Lars Ulrich (Metallica) e Dale Crover (Melvins).

Con gli anni, Jordison lavorò come benzinaio a Walton, nel Kentucky, e suonò in molte band extreme metal dell'area di Des Moines. Nel 1996 rilasciò il primo album con gli Anal Blast. Ottenne la meritata fama grazie al secondo progetto con l'attuale band, Slipknot, che volò alla posizione #51 nella classifica Billboard. Jordison partecipò con gli 'Knot a molti tour dell'Ozzfest.

Nel 2001 fu pubblicato l'album Iowa che proiettò Jordison e la band alla posizione #3 nella US Billboard e alla #1 nelle classifiche di Canada e Gran Bretagna.

Jordison fece il remix di "The Fight Song" per Marilyn Manson e partecipò al video "Tainted Love". Nel 2002 con Wednesday 13 e Tripp Eisen degli Static X, Jordison formò i Murderdolls.

JJ suonò senza maschera nei Murderdolls con i quali pubblicò un album di 13 canzoni, "Beyond the Valley of the Murderdolls". Questa glam metal/horror punk band divenne famosa in Inghilterra e in Cina.Successivamente i Murderdolls si sciolsero e il cantante (Wednesday 13) proseguì per un progetto solista.

Jordison continuò comunque a suonare anche con gli Slipknot, con i quali registrò il quarto album "Vol. 3 (The Subliminal Verses)" pubblicato nel 2004 e subito volato alla posizione #2 nella Billboard e alla stessa posizione in Inghilterra.

Nell'estate 2004 Joey sostituì l'influenzato Lars Ulrich dei Metallica al Download Festival.

Nel 2006 sono circolate voci a proposito del suo decesso a causa prima di una malattia, poi di un incidente e infine a causa di un omicidio, ma ogni voce si è rivelata falsa e il batterista è in piena salute.

Joey Jordison seguira i korn alla batteria in tour per 5 mesi durante tutto il tour europeo ed americano

Curiosità
  • Joey creò la sua maschera quando da adolescente tornò da una festa di halloween ubriaco e la madre gli gettò la maschera nel cestino.
  • Nei 'Knot è il membro più basso, si definisce introverso, ma in realtà è colui che fa più interviste insieme al lead singer Corey Taylor.
  • Nella sua famiglia ci sono anche due sorelle minori, Kate e Anne.
  • Joey ha contribuito come cantante alla canzone "Stitch Her Further" dell'album dei Necrophagia "Harvest Ritual: Vol 1".
  • Joey è l'unico degli 'Knot a non avere tatuaggi
  • Joey ha suonato chitarra fino a 15 anni di età e la batteria 16.
  • Joey ha inventato il termine "maggot", riferito ai fans degli Slipknot.
  • Durante la prima apparizione video degli Slipknot in Sud America, Jordison fu descritto come una donna.
  • Egli è solito mettersi in posa con le mani in posizioni strane.
  • Jordison si ricollega nel suo stile al metal tradizionale.
  • I gruppi che più ammira sono Slayer, Kiss, Misfits, Venom, Melvins, Fantômas e Dream Theater.
  • I suoi generi preferiti sono il Death ed il Black metal.



Equipaggiamento

Joey usa batterie Pearl Hardware pearl e pedali camco (vecchia sigla della TAMA). come bacchette usa le ahead 5A firmate Joey Jordison. Joey attualmente usa una Masters Series MMX colore Diamond Burst with black hardware, comprendente:
  • 22" x 18" Bass Drum x 2
  • 8" x 7" Tom
  • 10" x 8" Tom
  • 12" x 9" Tom
  • 13" x 10" Tom
  • 14" x 12" Tom
  • 16" x 16" Floor Tom
  • 18" x 16" Floor Tom
  • 13" x 6.5" Joey Jordison Signature Snare Drum ( o pearl ultracast)

Joey usa anche piatti Paiste (White custom), comprendenti (da sinistra verso destra):

  • 16" RUDE Crash/Ride
  • 18" RUDE China
  • 14" RUDE Hi-Hats
  • 17" RUDE Crash/Ride
  • 8" Signature Splash
  • 6" Signature Splash
  • 8" 2002 Cup Chime
  • 18" RUDE Crash/Ride
  • 13" Signature Power Hi-Hat
  • 20" Dimensions Powerbell Ride (Discontinued)
  • 18" RUDE China
  • 14" Signature Thin China
  • 13" Signature Mega Cup Chime

Il Rossooooo!!!:)

Se Giacomo nel suo blog mostra la mitica Pina e le sue avventure noi possiamo essere fieri di mostrarvi Il Rosso!Il mitico Carmine che ci fa scompisciare...(potrebbe sembrare pazzo kome pina...ma nn lo è(: )

venerdì 11 gennaio 2008

La Mia Città :)


A metà dell’arco che circoscrive il Golfo Tarantino, 4 km circa distante dal mare e su di un colle dei contrafforti appenninici che si protendono al lido a dare inizio all’antica pianura Siritide, sorge sontuosa Rocca Imperiale ( Non ci si meravigli se trattando di Rocca e della sua storia fino ai primi decenni dell’800 si farà riferimento prevalentemente alla Basilicata; giacché, essendo terra di confine, fino al 1816 ha sempre fatto parte della Basilicata ed ha sempre avuto, ed ha tuttora, rapporti frequenti con i centri limitrofi di questa Regione). Il suo abitato, edificato sulla convessità orientale del pendio, a meno di 200 metri di altitudine, ha le case disposte a gradinata ai piedi della fortezza che gli diede il nome, e ristretto com’è su un’area pressoché inampliabile, con i suoi viottoli, le ripide salite di accesso alla sommità, il campanile vetusto e la severa mole delle costruzioni militari, conserva l’aspetto di un borgo medievale ingentilito dl progresso, ma non sostanzialmente mutato da qual era nei secoli decorsi. Finestre e veroni spaziano sulla calma distesa dello Jonio e, dalle eminenze del castello, il panorama costiero si rappresenta bello e suggestivo. A destra e alle spalle, con vario susseguirsi di declivi, di ondulazioni e di avvallamenti, si elevano i monti; ma sfuma a sinistra l’orizzonte sulle alture salentine ingemmate di ville e d’incolati e, nello spazio interposto, sul piano ammantato di verde, ecco delinearsi le zone archeologiche di Siri, Eraclea,Pandosia e Metaponto, culle della prima civiltà Italica. Al tempo delle “polis” questo fertilissimo lembo della Magna Grecia veniva posto da Archiloco e da Erotodo come termine di paragone alle più desiderabili contrade del globo; poi le lotte per l’egemonia locale, fra i centri Italioti, e l’invidia di favolose ricchezze, vi apportarono quei lutti e quelle distruzioni che le guerre di Pirro, di Annibale, di Spartaco e dei Goti resero definitive ed irrimediabili. Sparirono così le tracce delle “città – stato” ioniche ed achee e, uniche superstiti di un’era remota e fastosa, rimasero le colonne del tempio metapontino di Dioscuri.

Il Castello

Il forte appare come un’enorme nave di pietra, la prua rivolta verso Sud, le grigie fiancate protette da torri simmetriche, e sopra coperta, il cassero scagliato nel cielo. Analizzandolo nei suoi elementi, risulta costituito da un mastio poligonale a scarpa i cui lati più brevi, a Sud, si innalzano su un profondo burrone e i rimanenti, e pianta quasi rettangolare, sono rafforzati da due torri cilindrico – tronco – coniche ad Oriente, da una a sperone allo spigolo Nord-Ovest (torre frangivento) a da latra cilindrica,a sezione costante, al centro del lato posteriore,ad Ovest A sua volta il Mastio, tranne nei lati meno accessibili, è circondato da un muro di cinta provvisto di parapetto, che forma il fossato largo e profondo circa 8 metri; di un ponte levatoio esterno, di una via sopraelevata racchiusa in un bastione merlato anch’esso a sperone, alto 20 metri e di un secondo ponte levatoio più grande, interno, che chiudeva il portale di ingresso.

Nella rocca, scaloni, arcate, fornici e spiazzali sorprendono ancora per il senso di vastità che vi impera; ma destano ancora assai meraviglia le previdenze e gli accorgimenti per rendere l’edificio inespugnabile, mediante l’assicurazione dei rifornimenti logistici con locali per deposito di olio e di grano, cinque cisterne a decantazione d’acqua ed una finestra che dà sulla costa scoscesa ad Occidente, nonché le sporgenze delle torri, un triplice ordine orizzontale di feritoie e una lunga serie di merli per battere efficacemente da ogni punto e con pochi uomini il suolo circostante.

Non mancano scuderie razionali per i cavalli del signore e degli uomini d’arme, casematte, sotterranei, corridoi intercomunicanti e trombe per l’aerazione nelle torri; anzi diverse gallerie furono interrate e si dice che ve ne fosse una, ora non rintracciabile, di uscita segreta all’esterno.

Uno stanzone tetro tuttora esistente custodiva i prigionieri e più giù, dopo una serie di ambienti vari, era la sala dei supplizi, nella volta della quale è ancora infisso un anello di ferro che serviva per dare i tratti di fune e forse anche per le impiccagioni.

A tutto questo complesso architettonico erano poi collegate le mura del paese che svolgendosi dal “Murorotto”, sul fianco di casa Giannattasio, dove si notano i resti di una torre quattrocentesca, raggiungevano “la Croce”, indi “l’Ospedale” e casa Moliterni dove avevano termine sull’orlo del precipizio di “Scalella”.

Quale parte abbia avuto Federico II di Svevia nella fortificazione del castello oggi non è possibile precisare perché, se si eccettuano una finestra ogivale disadorna, di arenaria, il portale del massimo ponte, la torre cilindrica posteriore e qualche feritoia che non risponde più allo scopo cui era stata precedentemente destinata, nessun elemento artistico è riferibile al secolo XIII, e invece l’aspetto esterno del castello, il toro longitudinale, gli archetti pensili arabo – siculi della torre di Sud-Est e la merlatura guelfa sono aragonesi, mentre gli alloggi, settecenteschi.

La soluzione più ovvia è che Alfonso d’Aragona non si limitò solo, nel 1487, a rafforzare la rocca, ma la ampliò e rifece in modo da coprire il vecchio monumento svevo, forse più piccolo e con torre centrale quadrata.

Nel Medio Evo è risaputo che una consuetudine imponeva alle popolazioni locali e limitrofe l’obbligo della prestazione gratuita d’opera, per tutto il tempo necessario alla costruzione e alla riparazione dei palazzi reali e degli edifici militari, di maniera che solo gli operai provenienti da zone non comprese negli obblighi erano ricompensati.

Senza la partecipazione dei Rocchesi ai lavori non sarebbe altrimenti spiegabile la tradizione della fornitura a passamano, a mezzo di una catena di uomini, all’uso romano, dal torrente “Salso” alla cima del colle da fortificare, dell’ingente materiale litico occorrente, perché ad un’opera tanto grande dovettero collaborare centinaia di muratori e migliaia di manovali.

Ultime modificazioni ed aggiunte murarie furono quelle apportate ai vani abitabili, nel 1700 dai duchi Crivelli, che vollero fare della fortezza una piccola reggia. Ma, abolito il feudalesimo, l’ultimo Signore che risiedeva a Napoli, si sbarazzò dei mobili e degli arredi ed attorno al 1835 vendette persino le coperture dei tetti e gli infissi, iniziando così quel periodo di devastazione che negli anni di abbandono ridusse l’enorme mole a cava di materiale edile, soggetta ad ogni sorta di vandalismo.


La Marina di Rocca Imperiale

Bagnata dalle acque del mare Jonio per 7 Km. di spiaggia alternata da scogli, ciottoli e fine sabbia dorata verso il confine Lucano la marina di Rocca Imperiale, distante appena 4 Km dal centro storico, si pone come meta privilegiata per la balneazione, beneficiando di strutture balneari d’ogni tipo. Di importante rilevanza storica l’imponente magazzino fatto costruire nel XVIII secolo (1731) dal duca Fabio Crivelli a testimonianza dell’importanza marittima e commerciale di Rocca Imperiale e la Torre di Guardia del XVI secolo (1563-69).

Le zone archeologiche di Monte Soprano, Masseria Saliva, Timpone Ronzino, Murge Santa Caterina (in questo luogo si presume, da alcuni resti in muratura e dal rinvenimento di cocci di vasellame ed altri oggetti, la presenza di un antico presidio con funzione di avamposto per la difesa del Castello) rappresentano un museo a cielo aperto nel panorama dell’antica Siritide. In contrada Cesine a poca profondità dalla superficie, sono stati rinvenuti ruderi di fabbriche a condutture laterizie, le quali ultime sembra vengano da Ciglio dei Vagni con sbocco in una cisterna (tullianum) di malta durissima, accanto a cui era possibile notare la vasca di un “trapetum”. In grande quantità, con i lavori agricoli di aratura, appaiono tombe di diverse età e di diverso tipo. Alcune ad umazione, formate da una lastra di tufo poggiante su altre due più piccole, poste in senso verticale, manifestano la loro derivazione dal tipo dolmenico; altre, ad incinerazione, contengono oggettini vari anche in oro (anellini, spille) ed atre ancora sono costituite da urne cinerarie decorate a rilievo racchiuse in rozzi sarcofaghi. Di maggiore attenzione fu il ritrovamento di una punta di lancia di bronzo, una bottiglia di sagoma egiziana, qualche statuetta fittile acefala, lucerne, urne e vasetti vari rinvenuti nei pressi di una duplice deposizione di cadaveri, col capo su origliere di pietra, praticata sotto il pavimento di una capanna rettangolare con uno dei lati più brevi absidato di tipo orientale, che subito si disfece.

All’estremità nord del lungomare di Rocca Imperiale Marina, esiste un ampio parco pubblico attrezzato di giochi e vaste zone d’ombra con tavoli e panchine. Non mancano i festeggiamenti popolari, e sono giorni in cui il paese cambia volto, assumendo quello di un centro festaiolo, con spettacoli musicali e pirotecnici e le strade bardate da sfarzose luminarie.

Numerose sono le occasioni di svago durante il periodo estivo, grazie all’organizzazione di spettacoli all’aperto, manifestazioni ludiche, festive, ricreative e culturali.

I costumi, il patrimonio architettonico e storico, la civiltà, il clima, le bellezze naturali del mare e della qualità delle acque, la ricchezza della collina e della montagna retrostante, la posizione geografica tra il Parco Nazionale del Pollino, la piana di Sibari e l’area del Metapontino, costituiscono per Rocca Imperiale un pregevole richiamo per una tappa importante negli itinerari possibili della regione Calabria.

giovedì 10 gennaio 2008

Gli ŠŁïρkŇσT


Gli Slipknot (inglese per "nodo scorsoio") sono un gruppo nu metal statunitense formatosi a Des Moines nel 1995.

Un loro rilevante segno di distinzione è l'immagine: nelle apparizioni ufficiali i nove componenti si presentano con maschere da serial killer o da personaggio da film horror e si fanno chiamare con numeri da 0 ad 8 impressi su tute da operaio.Il gruppo, inoltre, è apprezzato anche per le capacità tecniche e le violente performance dal vivo.

Storia Del Gruppo

Il primo nucleo degli Slipknot sorse nel1993, per iniziativa di Shawn Crahan,Joey Jordison e Paul Gray. All'epoca aveva come primi vocalist Anders Colsefin e Donnie Steele, che insieme a Crahan (inizialmente batterista del gruppo) suonavano anche neg Hands Off The Wall e nei Vexx.

Nel 1995 raggiunsero una formazione stabile. Un anno dopo rilasciarono un disco indipendente, Mate.Feed.Kill.Repeat, che all'inizio circolò solo in 1000 copie. Poche etichette discografiche s'interessarono ai loro primi lavori. All'epoca la band aveva cinque componenti, e la Roadrunner Records non voleva scritturarli perché non apprezzava molto i loro testi.

In quel periodo assunsero moniker differenti (prima Basement Sessions, poi The Pale Ones, Pyg System e Meld, infine Slipknot). Inoltre si andava via via formando la line-up attuale, con l'arrivo di Joey Jordison alla batteria e di Chris Fehn alle percussioni, del tastierista Craig Jones (dapprima sostituto di Steele alla chitarra), dal cantante degli Stone Sour Corey Taylor, degli ex Body Pit Mick Thompson e Paul Gray e del dj Sid Wilson. In seguito Colsefini, Steele, Brandon Darner e Greg Welts si separarono dalla band.

Nel 1997 cominciarono i loro primi concerti in maschera. L'iconografia dei 'Knot è un'idea del percussionista Shawn Crahan, che decise anche che il gruppo doveva avere tre percussionisti per "creare un vero e proprio muro sonoro". Nello stesso anno, grazie alla promozione del dirigente Roadrunner John Kuliak cominciarono le trattative per scritturarli. Fu proprio allora che Corey arrivò al microfono, mentre Anders, invece di rimanere come percussionista si separò dal gruppo e procedette per proprio conto.

Nel 1999 incisero agli Indigo Ranch di Malibu il debutto omonimo, prodotto da Ross Robinson (alcune sue tracce sono rifacimenti di quelle dell'album del '96). In tre mesi diventò disco di platino, nei soli USA. All Music Guide elogiò l'album, molto abrasivo e con una forte impronta rapcore, affermando: "Sono talmente duri che i Limp Bizkit al confronto sembrano gli Osmonds". Grazie al loro esordio, gli Slipknot poterono partecipare all'edizione del '99 dell' Ozzfest. Dopo l'uscita dell'album James Root, chitarrista degli Stone Sour, prese il posto di Josh Brainard, che lasciò il gruppo per motivi personali.

Nel 2001, di nuovo sotto la Roadrunner (rilevata dalla Universal) Ross Robinson produsse Iowa. Il disco, con una maggiore vena di death metal, entrò subito al terzo posto di Billboard e al primo tra i dischi più venduti in Gran Bretagna. I suoi brani più noti sono "People=Shit", "Left Behind", "My Plague" e la title track: in tutti e quattro è molto apprezzato il lavoro di batteria di Joey Jordison, e i loro riff di chitarra presentano una notevole ispirazione da parte di Slayer, Deicide, Fear Factory.

Dedicatisi per due anni a progetti collaterali (Taylor e Root hanno ripreso a suonare per gli Stone Sour, Jordison per i Murderdolls e Crahan per i To My Surprise, mentre Wilson ha inciso dischi jungle drum and base con il soprannome DJ Starscream), nel 2004hanno pubblicato Vol.3: The Subliminal Verses, prodotto da Rick Rubin ed entrato al secondo posto di Billboard. Diversamente dai lavori precedenti, le canzoni del quarto album hanno discreti assoli chitarristici e qualche influenza in più da parte degli Slayer, e il cantato di Corey Taylor è meno ritmato ed aggressivo. Dopo l'uscita di Vol.3 (The Subliminal Verses), la band partì per il tour The Unholy Alliance in Europa, insieme a Slayer, Hatebreed e Mastodon.

Nell'ottobre del 2005 uscì Roadrunner United: The All-Star Sessions, a cui i 'Knot collaborarono con altri musicisti Roadrunner. Un mese dopo uscì 9.0: Live, che contiene alcune performance dei 'Knot negli Stati Uniti (tra Phoenix e Las Vegas), in Giappone e a Singapore. Inoltre il loro singolo "Before I Forget" vinse un Grammy, come Best Metal Performance.

Di recente gli Slipknot sono apparsi anche nel cartone animato Viz (febbraio 2006), dove eseguono "People = Shit" sul finale dell'episodio "Mrs Brady, Old Lady".

Il 5 dicembre 2006 è stato pubblicato il DVD Voliminal: Inside the Nine. Corey Taylor ha annunciato che fino al 2008 non è previsto nessun nuovo album, visto che i 'Knot attualmente lavorano di nuovo ai loro progetti collaterali.


Vermilion

Questa è una delle canzoni di maggior successo degli slipknot..davvero spettakolare:)